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Tra alti e bassi di persecuzione, l'Inquisizione è durata per molti secoli, fino alle soglie dell'Ottocento. Passato scomodo per la Chiesa, ogni discorso su di essa è sempre stato falsato dalle accese polemiche tra clericali e anticlericali. Era inevitabile che nel furore degli scontri il distacco, sempre necessario per comprendere qualsiasi fenomeno storico, cedesse il posto alla manipolazione delle testimonianze, alla falsificazione intenzionale o no di fatti ed episodi che, per quanto terribili e disumani, avrebbero richiesto tuttavia una ricostruzione più lucida e professionale e un'onesta lettura delle fonti documentarie. Il primo che si è accinto con questo animo allo studio della storia dell'Inquisizione è stato Henry Charles Lea: per questo motivo, la sua opera rimane insuperata e tuttora valida per il suo rigore. Anni di ricerche condotte in Europa dallo studioso americano, un rigore assoluto nell'interpretare e nell'esporre, un'ampia visione dell'intricato quadro storico in cui operò, nelle sue molteplici e mostruose prolificazioni, tutto ciò ha sorretto il lavoro ciclopico del Lea portandolo a realizzare un'opera di indiscusso valore storiografico.